La mostra è un risarcimento postumo al genio venticinquenne, che nel 1771 partecipò al celebre concorso di pittura dell’Accademia di Parma, ottenendo solo un onorevole secondo posto alle spalle di un certo Paolo Borroni. I due dipinti di Goya e Borroni sono nuovamente a confronto nella prima sezione, che documenta e analizza le circostanze che legano Goya all’Italia e in particolare a Parma. La seconda e la terza sezione consentono di raffrontare la tradizione italiana del ritratto con l’interpretazione che dello stesso tema offre Goya, che pure da questa tradizione risultò non poco influenzato (la pittura barocca e classicista, in particolare di area veneta e napoletana, e la cultura ritrattistica di ambito romano). Accanto a La famiglia dell’infante don Luis, patrimonio della Magnani Rocca, sono capolavori concessi da prestigiose istituzioni museali italiane e straniere, che dimostrano come Goya, pur nella fissità della posa richiesta dall’ufficialità dei ritratti, sappia inserire livelli persino inquietanti di penetrazione psicologica dei personaggi. Infine una sezione dedicata alla grafica con i celebri Capricci di Goya, presentati integralmente, insieme a un eccezionale, rarissimo volume che contiene la serie competa nella prima edizione del 1799 in legatura originale, esemplare personale del Duca di Wellington.
Parma – Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca
fino al 3 dicembre 2006, tutti i giorni dalle 10 alle 18 (lunedì chiuso), ingresso euro 8,00, catalogo Silvana Editoriale, infoline 0521.848327.
FRANCESCO RAPACCIONI
Teatro